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Micro-perle lavoro di donne '800-'900

La produzione di perle in vetro iniziò a Venezia, insieme alla contraffazione di cristalli e pietre preziose. La produzione di "perlullas de verixellis" si avvermò e si perfezionò sin dal XIII secolo. Inizialmente prodotte modellando tessere mussive di vetro e smalto, le piccole perle erano usate come ornamento di immagini di culto, abiti e monili.

Si esportavano fino in Levante e la produzione principale era concentrata nella realizzazione di "margarite" e "paternostri". Per "margarite" si intendono piccole perle prodotte dal taglio della canna di vetro forata, mentre i "paternostri" sono perle più grosse.

 

Le impiratesse o le infilatrici di perle, erano centinaia di donne che a Venezia infilavano perline di vetro e che sarebbero state scambiate nei mercati indigeni dell'Africa, quelle stesse perline che ancora oggi si possono vedere nei musei d'Europa o d'America a decorare oggetti rituali, maschere, abiti e ornamenti appartenuti a culture estinte o, altrove a impreziosire arredi borghesi e vestiti alla moda.

  fig: La creazione dei fiori di perle, 1950 circa.

A Venezia venivano fabbricate le perle di vetro e infilate a mano dalle donne per poter essere spedite, o lavorate a fiori, coroncine, pizzi e frange. Venezia poi, nel periodo considerato fine Ottocento, primi del Novecento a differenza di altre città di immigrazione è una città "femminile", vi è una maggioranza di donne nella popolazione proprio perchè fortemente utilizzate come manodopera nelle maggiori fabbriche presenti sul territorio.

 

Il lavoro "dell'impiratessa" era un lavoro faticoso, composto da molte ore, fatto di pazienza e buona vista; le donne proprio perchè donne erano pagate pochissimo, le bambine iniziavano il lavoro aiutando la propria mamma, all'età di dodici anni erano pronte per l'entrata in fabbrica, una volta maritate continuavano il lavoro da infilatrici a cottimo.

L'impiratessa però appartiene anche alla memoria collettiva. A Castello dove l'infilatura di perle avveniva all'aperto e aveva assunto una dimensione sociale coinvolgendo l'intera comunità, l'impiratessa è divenuto il simbolo del luogo e rappresenta ancora un forte elemento d'identità collettiva.

Fonte: catalogo della mostra edito da "Arsenale Editrice in Venezia", organizzata a Venezia da "iniziative del Centro Donna".