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Analisi del restauro e della punzonatura

Scritto da Super User

Il ciondolo è realizzato in oro 750 con microperle e smeraldo centrale. Raffigura un grappolo di uva con le foglie. Appartiene al periodo Borbone XIX secolo.

L'oggetto è arrivato a noi con delle riparazioni effettuate in precedenza, nato originariamente come spillone era stato modificato nel suo utilizzo e subito interventi molto invasivi. Alcune sue parti erano state sostituite con pezzi non originali; l'estremità del grappolo portava applicata una rifinitura/placca aggiunta successivamente e fermata alle microperle con della colla. Inoltre la struttura del ciondolo si era dissaldata in due punti (fig:3-4)e rotta di netto alla base. Il tutto era tenuto da dei fili ossidati di vario metallo e colla.

Fig. 1
fig. 1 fig. 2

 

Per il restauro ringrazio la gentile collaborazione del sig. Enzo Lucà

Fig. 3
fig. 3 fig. 4

 

Le Fasi: la prima fase è stata quella di ripulitura. Sono state smontate parte delle perle, per permetterci di lavorare sulle parti rotte; in seconda fase si sono eseguite le saldature, considerando che, per numerosi motivi, l'oggetto non poteva essere messo a fuoco:

1) le numerose varietà di metallo applicate dalle precedenti riparazioni.
2) la pece presente all'interno del castone.
3) la presenza delle microperle che essendo di materiale organico vengono distrutte dal calore.
4) I fili di ottone, di rame e di argento applicati nelle precedenti riparazioni.
5) Lo  spessore della struttura forata ed estremente sottile. 

La saldatrice Puk e la saldatrice leaser non potevano essere utilizzate, quindi si è scelto di utilizzare una saldatura leggera applicata con elettrosaldatore

Fig. 5
fig. 5 fig. 6

Successivamente si è recuperato e infilato le microperle. Infine abbiamo applicato alla sua estremità la placca di rifinitura non originale già presente inizialmente e nostro malgrado siamo stati costretti a fermarla con delle resine epossidiche a causa della totale mancanza di un sostegno.

In figura 6 si può osservare l'oggetto finito.

Analisi storica e analitica dei punzoni:

Il punzone era presente al centro sul retro della struttura della spilla (ingrandimento fig:6 ), abbiamo constato che era in discrete condizioni e facilmente riconoscibile.

fig. 6 particolare

Vi leggiamo una "N" seguita dalla testa di Cerere o Partenope di profilo e per ultimo leggiamo il numero 6. (La Partenope è la Cerere greca).

Dal 1824 al 1832 per la constatata esigenza di false punzonature e per l'eccessiva semplicità dei punzoni "murattiani", le Autorità del Governo borbonico sono indotte a modificare la punzonatura stessa, istituendo i simboli con la partenope di profilo, con decreto di Ferdinando I del 15-12-1825.

Ferdinando IV di Napoli e III di Sicilia aveva unificato i due Regni in seguito al Trattato di Casalanza firmato presso Capua il 20 maggio 1815. Egli assunse il nome di Ferdinando I delle Due Sicilie e regnò lungamente fino al 1825, tranne che per due brevi interruzioni, sulla parte continentale del regno, nel 1799 (Repubblica Partenopea) e nel 1806-1815 (regni di Giuseppe Bonaparte e di Gioacchino Murat).

A lui seguirono fino al 1860, anno in cui il Regno delle Due Sicilie fu annesso al Regno di Sardegna, Francesco I (1825-1830), Ferdinando II (1830-1859) e Francesco II (1859-60), ultimi sovrani che guidarono il regno meridionale d'Italia, prima dell'Unità.

La "N" significa "Nostrale" o meglio nazionale ed è stata introdotta nel 1832 che unita alla testa di Cerere la troviamo fino al 1873; il 6 era il bollo di garanzia dell'oro e ne indica il titolo.

Questa spilla/ciondolo è attribuibile al XIX secolo.